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144 | ESIODO |
che egli, mentre insegnava l’alfabeto ai ragazzi, fece i primi tentativi di poesia, e frutto ne fu il Margíte.
Anche quanto ai suoi genitori, la discordia è grande.
Ellànico e Cleante dicono che fu figlio di Meone; Eugèo, di Meleto; Càllicle di Meàgora: Demòcrito il Trezenio, di Daèmone; e alcuni di Tamira, e gli Egiziani di Menèmaco, e alcuni, perfino, di Telèmaco, figlio d’Ulisse.
E la madre, alcuni dicono che fu Mètide, altri Cretèide, e chi Temiste, e chi Eugnethò, e questi una donna d’Itaca venduta dai Fenici, e quelli la Musa Calliope, e qualcuno Policasta figlia di Nestore.
E il nome sarebbe stato Meles, e alcuni dicono Melesigene, e altri Altes. E poi avrebbe avuto il nome d’Omero, secondo alcuni, perché suo padre sarebbe stato consegnato come ostaggio da quelli di Cipro ai Persiani1, e secondo altri per la sua cecità, perché presso gli Eoli ciechi sono appunto chiamati omeri.
E adesso, riferiremo il responso che la Pizia diede intorno ad Omero durante l’impero del divinissimo Adriano. Questo imperatore chiese di che terra fosse Omero, e di qual padre. E la Pizia diede il seguente responso:
L’ignota stirpe tu mi chiedi, e la terra natale
della Sirena ambrosia. La patria fu Itaca. Il padre
Telèmaco. Epicàsta, la figlia di Nestore, madre
a lui fu, che divenne fra gli uomini tutti il piú saggio.
E a questo responso bisogna prestar fede piú che ad ogni altra testimonianza, per l’autorità cosí di chi interrogò come di chi rispose: tanto piú che, se Ulisse fu nonno di Omero, allora si spiega perché questi lo abbia tanto esaltato.
- ↑ Hómeros voleva dire ostaggio.