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EOE 125

ileo padre d’aiace (116)


Nel testo c’è un gioco di parole intraducibile fra Ἰλεύς il nome del padre di Aiace (riduzione d’Οἰλεύς) e ἰλύς = fango, motriglio.


Ilèo, che Apollo, il Nume di Giove figliuol, predilesse,
e questo nome volle che fosse per lui destinato,
perché, presso al padule trovata la Ninfa, con lei
s’uní nel dolce amore, quel dí che Posídone e Apollo
della città ben costrutta levarono l’altissimo muro.


ificlo figlio di climena (117)


Degli asfodeli correa su le cime, né pur li piegava,
spingeva i piedi in corsa sovresse le spighe del grano,
senza distruggerne il frutto.


il vino fonte di beni e di mali (121)


Come Dïòniso diede agli uomini un gaudio e un cruccio,
chi troppo beve, e il vino per lui si converte in follia,
e piedi e mani e lingua gli lega, e pensiero, con lacci
indissolubili; e piomba su lui, mollissimo il sonno.


LA STORIA DI CORONIDE


Sul mito di Corònide, si veda la bellissima terza Pitica di Pindaro.

Il soggiorno di Corònide (122)}}


O come, soggiornando sui colli di Dídimo sacri,
sul pian di Loto, in fronte d’Amíro ai vigneti, il suo piede
nella Bebíade palude tergeva la vergine intatta.