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82 | ESIODO | 898-917 |
ch’esser sovrano doveva degli uomini tutti e dei Numi.
Ma la prevenne Giove, raccolse la Dea nel suo ventre,
900sicché sempre indicargli potesse il malanno e il vantaggio.
Sposò la molle Tèmi seconda, che a luce die’ l’Ore,
Dice, con Eunomía, con Pace possente — su l’opre
esse a vegliare sempre degli uomini stanno — e le Parche,
a cui massimo onore concesse il Croníde: Lachèsi
905Atropo e Cloto: il bene partiscono agli uomini e il male.
Ed Eurinome, figlia d’Oceano, dal fulgido aspetto,
tre Grazie guancebelle gli diede: Eufrosíne, Talía
vezzosa, Aglaia: quando guardavano, a loro dal ciglio
stillava amor, che scioglie le pene: il lor guardo, un incanto.
910E poi nel letto entrò dell’alma Demètra, che vita
diede alla Diva dal candido braccio, Persèfone. E lungi
poi la rapiva Edonèo dalla madre: cosí volle Giove.
Poscia s’innamorò di Mnemòsine bellacesarie,
e nacquero da lei le Muse dagli aurei serti,
915nove, a cui grate sono le feste e le gioie del canto.