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736-761 | TEOGONIA | 75 |
Qui della Terra oscura, del Tartaro fosco di nebbie,
dell’infecondo Mare, del Cielo coperto di stelle,
sono, per ordine, tutte le fonti, son tutti i confini
squallidi, faticosi, che i Numi aborriscono anch’essi:
740bàratro immane; né chi le porte varcate ne avesse,
potrebbe, anche se un anno volgesse, tornare alle soglie,
ma trascinato sarebbe qua, là, da procella a procella,
dogliosamente. È cosa terribile, questo prodigio
anche pei Numi immortali. Quaggiú le terribili case
745son dell’oscura Notte, nascoste fra i nuvoli negri.
Dinanzi a quelle porte, diritto il figliuol di Giapèto
regge, col capo e le mani mai stanche, la volta del cielo
solidamente, dove la Notte ed il Giorno, movendo
l’un verso l’altra, mutan parole; e la soglia di bronzo
750varcano alterni; ché mai tutti e due non li accoglie la casa;
ma sempre uno dei due la casa abbandona, ed in giro
sopra la terra si volge: rimane quell’altro, che attende
l’ora del suo viaggio, lí dentro, finché non sia giunta.
E fra le mani, l’uno la luce che fulge lontano
755reca ai mortali, reca la Notte funerea il Sonno,
fratello della Morte, ravvolta entro nuvoli foschi.
Hanno le case qui della torbida Notte i figliuoli,
la Morte e il Sonno, Numi terribili; e mai non li mira
lo scintillante Sole coi raggi, né quando egli ascende
760il ciel, né quando giú dal cielo discende. Di questi,