Pagina:Poemi (Esiodo).djvu/178



i cronidi



     E Rea, congiunta a Crono, die’ a luce bellissimi figli,
465Istia, Demètra, ed Era, la Diva dall’aureo calzare,
Ade ch’à sotto la terra la casa, dall’animo forte,
cuore spietato, ed Enosigèo che profondo rimbomba,
e Giove, saggia mente, degli uomini padre e dei Numi,
sotto il cui tuono tutta si scuote l’ampissima terra.
470Ma l’inghiottiva, come ciascuno dall’utero sacro
su le ginocchia della sua madre cadesse, il gran Crono,
che questo in mente aveva, che niun dei mirabili Uràni
fra gl’Immortali avesse l’onore del regno: ché aveva
saputo dalla Terra, da Urano fulgente di stelle,
475ch’era per lui destino soccombere al proprio figliuolo.
Per questo, ad occhi chiusi non stava: vegliava; ed i figli
suoi divorava. E Rea si struggea d’amarissima doglia.


nasce giove


Ma quando essa alla luce già stava per dar Giove, padre
degli uomini e dei Numi, rivolse la prece ai diletti
suoi genitori, a Urano coperto di stelle, ed a Terra,