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Un esame dello svolgimento delle arti figurate in Beozia, quale si delinea dagli scavi e dalle recenti ricerche, offre un interessante parallelo con queste conclusioni.
Già da piú d’uno fu osservato che un vivo amore, un profondo sentimento della campagna si rivelano nei vasi di Gamèdes, ove scene campestri sono trattate con uno spirito realistico e con un gusto dell’agricoltura assai raro nei ceramisti greci1.
Ed altre arcaiche figurazioni ceramiche della Beozia, massime un vaso di Tanagra a forma di tripode, offrono suggestivi paralleli coi demonietti, i mostri, le belve dipinte da Esiodo, e massime con le scene dello scudo di Ercole2.
Ed anche piú significativo è il gruppo di statue arcaiche di Apollo, trovate fra le rovine del tempio di Apollo Ptoo negli scavi di Perdicovrysi, presso il villaggio di Karditza, (l’antica Acrefia, ad est della palude Copaide).
Quanti hanno qualche familiarità con l’arte greca antichis-