Pagina:Poemi (Byron).djvu/82

80 il corsaro

Un altra fiata svolgonsi i suoi flutti,
In largo ammanto d’auro, e di zaffiri,
E splendono fra l’ombre di lontane
Isolette, che infoscansi laddove
Par che più lieto l’Oceàn sorrida.

II.

Atene bella! Altro, ben altro in mente
Subbietto I’ volgo, eppur sempre a te vola
Il mio pensier. Oh! chi il natìo tuo mare
Vide una volta, e fremer non si sente
Il magico tuo nome in petto ognora?
Atene bella! Chi mirò il tuo volto,
Quando la sera placida l’imbruna,
E obblìarlo potrìa? Non chi, qual’io
Fra le agruppate Cicladi s’aggira,
Quasi tratto da incanto, e fra’ suoi carmi
Un carme, non estranio a Te, consacra;
Questa ch’io canto, del Pirata asilo,
Isola fu tuo regno un giorno; oh, rieda
De le tue leggi al dolce impero! Oh, seco
La prisca alfin tua Libertà ritorni!