Pagina:Poemi (Byron).djvu/64

62 il corsaro

Che serbasi a Corrado.... Ognun và lunge,
Ed ei rimansi incatenato, e solo....

X.

Oh! come pinger gli angosciosi moti,
Anco al meschin che se ne attrista, e geme,
Mal noti forse? Nel suo core è guerra,
Ne la sua mente è caos; negri, convulsi,
Congiunti, e pur discordi, gli elementi
Prepossenti v’insorgon, ma pugnando
Contro il rimorso impenitente invano.
Rimorso! Ahi, fero démone, insidioso,
Ch’unqua non favellò; solo or che tutto
Compiuto è omai, » Ben io tel dissi!» esclama!
Inutil grido, cui pentito cede
Il fiacco spirto sol, mentre il superbo,
Ribelle più s’irrìta, e si contorce
Anco ne la solinga ora, in cui tutto
Sè a sè medesmo l’uom discopre, e un solo
Affetto, un sol domo pensier non resta,
Qual pria non visto, ed or dai mille, e mille
Tenebrosi dell’anima recessi,
Non desto, e tratto a spaventosa mostra!
Spirante sogno d’ambizion, acerbo