Pagina:Poemi (Byron).djvu/57


il corsaro 55

» Nostre serbiam da questa colpa almeno!
E su per l’ampie crepitanti scale
Slanciasi, e abbatte ogni riparo, e adusto
Non sente il piè da l’infiammato suolo.
Tra le faville, e l’orride colonne
Del crebro fumo a stento anela, e varco
Di stanza in stanza pur si schiude. Arditi
Vanno i suoi, cercan, trovano, fan salvo,
E preda ognun di non mirati vezzi,
Con forti braccia a tanto eccidio invola;
Calma l’alto spavento, le svenute
Membra sostien, ed ogni cura imparte
Ch’ a indifesa beltà dèssi tra i rischj,
E gli aspri modi di sue genti placa
Così Corrado, e insanguinati assai,
Brandi così dal più ferir rattiene....
Ma chi è costei che dal fumante loco
Pietoso ei tragge? Chi è costei? L’amore
Di lui che a morte egli sacrò; vezzosa
Regina dell’Harem, de l’abborrito
Seid la schiava.