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38 il corsaro

Ceder non mai.... Vede la nave, amico
Sente il vento spirar, e tutti aduna
Gli irresoluti affetti, e più s’innoltra;
Ode il tumulto, ed il fragor de l’opre,
Ed il segno, e il percotere de’ remi,
E il mormorar de l’onde; su l’antenna
Vede l’agile mozzo, e giù la vela
Spiegarsi, e sorger l’àncora da l’imo,
E de le turbe gli agitati lini,
Che da la riva a chi più tardo voga
Mandan’estremo silenzioso addio;
All’aura vede il sanguigno vessillo,
E meraviglia che tranquillo in seno
Così gli batta il cor. Ma in un istante
Arde lo sguardo, freme il petto, ei sorge
Al par di pria feroce, e balza, e corre
Rapidissimo a l’ultimo confine
De la montagna, ov’han principio i flutti,
E s’arresta; non l’aer, che si diffonde
Puro, a goder, ma i feri modi usati
A ridestar su la superba faccia,
E perchè in tanta foga, occhio di volgo
Correr noi vegga. In qual arte s’asconde
Spesso chi impera, e se ne fa securo,
Ben sa Corrado; e il portamento, e gli atti