Il digrignato dente, e il labbro immondo,
E lento, lento, incederai ver’ l’atro
Sepolcro tuo, coi démoni, e le erinni
A delirar, finchè d’orror compresi 815Te pur essi non fuggano, te, osceno
Spettro di lor più maledetto....* *
* * * * *
» Nome, dimmi, qual ha, quel ch’I’ là scerno
» Calojero26 solingo? Le sembianze
» Ne scôrsi io già su la mia patria terra; 820» Molt’anni or son, dacchè pungere a fuga,
» Per ermo lido tal corsier lo vidi,
» Qual mai di cavalier fu pronto all’uopo,
» E così vinto dall’interno affanno,
» Ch’obbliarlo impossibile mi fue. 825» Parmi che come allor, negro lo spirto
» E’ serbi ancora, quasi impressa rechi
» La morte in fronte....» — » A la novella estate
» Gli anni due volte fiano tre, ch’apparve
» Fra noi quest’uom, tetto cercando, e asìlo, 830» Per tal opra di tenebre, che mai
» Svelar non volle; a vespertina prece
» Unqua con noi non scende, e penitente