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     Oh se quale toccovvi, Angiola, io sorte
Saggia di genitor Coppia ben nata,
Cui ferve in petto anima invitta e forte
D’amor paterno e di virtù fregiata,
Davasi ad Ero che ferrate porte
Al guardo universal tenean celata,
Questa che vi richiamo alla memoria
Lieta saria, non lacrimosa isteria.

     Misero in vero è della vita il dono
Se la governi troppo crudo impero;
Nè que’ insensati padri a scusar sono,
Che solo di rigor fatto pensiero
Veggon talora in atto umile e prono
Tremar la prole al lor guardo severo,
Nulla curando che al timor sia figlio
L’ingannatore giovanil consiglio.

     Voi mille giuste laudi esaltin sempre
Marianna, Alessandro, in cui prevalse
Desìo di moderar con dolci tempre
Que’ tenerelli cor che ognor vi calse
Regger così che vi si eterni e assempre
Ogni virtù per cui superba salse
De’ grand’Avi la fama a tal che ancora
Va per l’etra echeggiando alta e sonora.