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ERO E LEANDRO

POEMETTO

DI

PAOLO LUIGI RABY

     Il più possente ardor che il bel Cupido
Abbia desto giammai in uman core
Poichè m’è pregio celebrar, d’Abido
Fia meta al nuovo canto il nuotatore;
Dirò di Sesto quante volte al lido
Giunse mercè il supremo alto favore
Di Cinzia amica, e dirò poscia il fato
Del prode garzoncello innamorato.

     Coppia gentile, cui lo stesso Dio
Di pari foco in questo giorno accende,
Non v’incresca ascoltar dal labbro mio
D’Ero e Leandro l’ultime vicende;
Chè se al sentir il triste caso e rio
Dal ciglio qualche lagrima vi scende,
Madre sarà di più gemil diletto
Nel mirar coronato il vostro affetto.