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Nido ferace di sublimi ingegni
E ai Sabaudi d’Acaja augusti Germi
In le passate età tomba onorata.
     Genti si pianga; messaggiera i’ sono
20D’alto duolo per voi. Cadde il possente,
Il pietoso D’Orliè; cadde e sul dorso
Nerissimo de’ nembi a noi sen venne
Il tempo di tristizia alto premendo,
E minacciando affanni interminabili.
25Or voi, figli del canto, a cui sùave
È ’l trattar l’arpa dalle corde flebili
Figli del canto or voi meco piangete.
Tutto era calma un dì: tra l’erbe e i fiori
Lussurreggiando l’aura mattutina
30Lietamente spirava, e al garrir dolce
Eco facea dell’azzurrino rivo;
Alto-lucente il sol, sereno il ciglio
Sorrideano ai voti de’ mortali,
Or sprigionato è ’l vento; atra tempesta
35Fra tuoni e lampi va scrosciando e sembra
Rovinosa atterrar selve e dirupi.
Ahi cadde il forte: chi alzerà lo scudo?
Figli del canto or voi meco piangete!
D’uopo è di pianto se li campi sterili
40Or più non v’ha chi illustri, e di pietosa
Messe secondi; impaùrito il gregge
Erra per colli e per vallette indarno