Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
IL GENIO DI PINEROLO
POEMETTO
DI
FILIPPO MERLO
Pendea la notte, e tenebrìa profonda
Cupamente affoltandosi sul vasto
Giro dell’orizzonte orribil velo
Stendea così, che le montane vette
5Il pian, la valle, l’orbe tutto un solo
Masso informe pareva: un rauco mugghio
Mettean le selve sordamente, quando
Repentino sul cor piombar io sento
Stridor di lamentosi accenti, a cui
10Vortici di singulti il flebil corso
Interrompèan frequenti. A più raccolta
Attenzíon mi presto, e in queste note
Odo sfogarsi l’affannosa cura
Di quell’alma città, che di Ginevro
15Posa alle falde dell’alpestre giogo,