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     Se volar veggio in quelle parti augello
Dico, ben liberal ti fu natura,
Che col volar da questo bosco a quello
Potrai ’n breve arrivar presso alle mura,
Ov’è quel viso graziofo e bello
Che m’ha fatto cangiar stato, e figura;
Felice augello quanta invidia t’aggio,
Che non possa cangiar teco viaggio.

     Se talor fento andar fremendo i venti,
O l’aria giù mandar pioggia di gelo
Dico, chi sa se i bei occhi fulgenti
Ora si stan sott’un leggiadro velo
Da la finestra a riguardare intenti
La neve, che nel pian cade dal cielo?
Perchè non veggion me, ch’ardo ed agghiaccio
Ed invisibilmente mi disfaccio.

     Quando il Sol si sommerge in occidente
E’l ciel si copre d’umide tenebre,
E la notte agli augelli, ed alla gente
Serra col grato sonno le palpebre;
Sol io più dell’usato allor dolente
Crescer mi fento l’amorosa febre,
E finchè ’l giorno e ’l Sole a noi non riede,
Pascola con sospir, ch’altro non chiede,