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     E tienti altiera ch’in te l’abbia inciso,
Che scritto il puoi tener tu nella scorza,
Se Amor, che m’ha d’ogni mio ben diviso
L’ha scritto nel mio core, e s’ei mi sforza,
Ed ha già spento in me ’l piacer e’l riso,
In te non userà così sua forza,
Ma ti farà d’ogni altra assai più verde,
Che per fredda stagion foglia non perde.

     Così credo che forse in più di cento
Arbori viva il suo bel nome adorno,
E benchè brieve, pur refugio sento
Quando a veder alcun di lor ritorno
Ch’un non so che, che tempri il mio tormento
Mi par vedere a quelle note intorno;
Per tutto questo il cor non si conforta,
Che al gran dolor la medicina è corta.

     E se per confortar gl’occhi dolenti
Gli volgo in qualche verde e lieto prato,
Secche l’erbette, e scoloriti e spenti
Mi par veder i fior per ogni lato.
Talor in qualche valle i miei lamenti
Sfogo, com’in prigion chiuso e ferrato
Gridando, o valli più di queste amene
Voi possedete, ed io piango il mio bene.