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Quieti giorni menò tra stuol famoso
D’amici eletti, a cui qual fida stella
Un Bonviso splendea col suo favore.
Spirto sublime, il tuo celato aspetto,
Deh! svela a me, che pur mossi straniero
L’orme con fausti auspicj in riva al Serchio,
Per cui l’Insubria tua, l’Adda, il Tesino
Sotto un libero ciel ti fur men cari.
Me ancor del tuo Bonviso illustre e chiara
Progenie accolse tra le aperte braccia
Di una schietta amistà, tra fidi plausi
Dell’ospitale amor. Deh, tu m’inspira
Il tuo fuoco, il valor, le dotte idee!
Degne allora saran de’ voti miei
Le pronte rime, e celeranno eterni
De’ Bonvisi e di Forci i nomi e i pregi;
Nè Lucca stessa, che di arguti Vati,
Sua prole, suo decoro, i rari carmi
Ode, ed onora, mi vedrà sdegnosa
Correr le vie dell’estro e della lode.