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     E a che stai, le gridò, vuoi la mia morte?
E per te moro o donna, eccoti il petto,
Risolvi e tra noi due scegli il consorte,
Se in te parla il dover, taccia l’affetto;
Uccidimi, e per te possa la forte
Novella madre fecondarne il letto,
Quivi Atride t’accolga, arda a’ tuoi rai,
Nè lo divida con Cassandra mai.

     Cassandra?... sì regale schiava in Argo
L’addusse, ma con te pari non sia;....
Sognava Atride, e già del Xanto al margo
Esser gli sembra, e già gli araldi invia
La Bella a tor dal bianco petto e largo
Che men sangue agli Achei costato avrìa,
Già con Achille gli parea sdegnarsi,
E Briseide chiamò senza destarsi.

     Briseide ancor? gridò la moglie infida,
O ciel quante rivali or diemmi il fato!
E coll’acciar nella destra omicida
Addoppiò i colpi al petto disarmato,
Aprì quei gli occhi e rimbombar le strida
Traboccando sul letto insanguinato,
E viver tanto per mirar potèo
Da che man gli venia colpo sì reo.