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E tu vorrai di rimembranze amare
130Pascer sempre il pensiero, e a forza trarlo
Di larve in larve per sentier di gemiti
Naturalmente di pace nemico?
Se per le vie del ciel con fosche penne
S’alza la notte a intenebrar la terra,
135Su lei dal cielo graziose stelle
A piover sorgon tremolante luce.
Cantor di Livia, e qual doglia profonda
In sì funeste tenebre ravvolge
Dell’uomo il cor, che a lui giunger non possa
140Sereno raggio di conforto e pace?
Non mai sull’alme la sinistra mano
Alza Natura a spargervi gli amari
Semi di pena, di cordoglio e pianto,
Che pur non stenda provida la destra
145A versar sovra d’essi alcuna stilla
Di contentezza, di ristoro, o speme.
    Talor sul ciel di rammassate nubi
S’avventa al Sole tenebrosa falda,
E tutta smorza la fiammante luce
150Della sua faccia; illanguidita e mesta
Geme Natura: ei si travolve e rompe
Il fosco orrore con sua calda possa,
E giù per mezzo allo spezzato gruppo
Trabocca il raggio avvivator del mondo.
155Sfuman le nubi; in sua bellezza ei solo
Ampio lucente per lo ciel passeggia.