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Canta Narcissa, e la diletta voce
Raggiungerà la fuggitiva nube,
E sia che indietro a te volga i suoi passi
L’amabil ombra; ell’ha sete di canto;
105Godrà venirti appresso, e desiosa
Di coglier l’armonìa di sua canzone
Ben la vedrai della sua nube fuori
Tutta inchinarsi, e addoppierà la gioja
Entro il suo spirto il tintinnìo dell’arpa;
110Come in autunno tepidetta pioggia
Feconda il campo, e cresce fiori al prato.
Pianti, singulti, gemiti, querele
Da te non chiede no, qual nebbia al sole
Struggonsi queste, e sol rimane affanno
115Al misero che s’ange; un canto agogna;
Un lieto canto, che d’eterno nome,
Qual folgorante veste lucidissima,
Fasci il suo spirto sulle vie dei venti.
    Ma tu nel sen covi la doglia ancora,
120E hai sul labbro il sospir, sul ciglio il pianto
Sempre non vola no di prato in prato
Ala odorosa di fecondo zefiro
Animator di tenerelle erbette:
Ma poi non sempre sbuffano, imperversano
125I gravi soffj d’Aquilon gelato,
Che miete i colli, e inaridisce il bosco.
E qual cosa mortal fra noi riserba
Durevol corso, od immutabil forma!