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Balza, o cantor di Livia: oh! viene a noi;
Vedi, si fende un cotal poco; ah quale
75Lucida forma le traspare in seno!
Ella somiglia alla cerulea faccia
Di chiaro rivo, che addensato in gelo
Splende da lungi ai mattutini rai.
Cantore, ella è Narcissa; la tua sposa
80Tu non vedesti? ma s’è chiusa, oh Dio!
Nella sua nube: ella affacciossi un poco,
E ti guardò; non pianger no, la vidi
Ch’era ridente, e come raggio in onda
Entro un fonte di gioja tremolava.
85Parvemi solo che importuna nebbia
Velar tentasse quella pura luce,
Che le brillava nel sereno viso.
Ah! quella nebbia era vapor funesto
Da’ suoi sospir tessuto e dal tuo pianto.
90Deh ti consola! agli occhi tuoi s’ascose
Forse perchè la tua soverchia doglia
Offende il suo riposo: ah! prendi, prendi
La cetra, e sveglia i tremiti sonori.
    Canta Narcissa, e all’eccheggiante suono
95Delle sue lodi si diradi intorno
La tenebrìa dell’aer grave e pregno
De’ tuoi sospiri, e la percossa rupe,
Ch’or rispondeva ai flebili lamenti
Del tuo dolor, fa che ripeta al colle
100Tranquillo il nome della cara sposa.