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Ma Jole impaziente ne richiama,
E vola al suo gridar la nostra Musa,
Quando co la vecchiaja insulsa e grama
Di trescar volentieri ella non usa.
165Nuova beltà sul volto di Madama
In grazia del belletto or è diffusa;
E specchiandosi il labbro e le pupille
Sembra lieta sclamar: cedimi, o Fille.
Quanto compiango l’inesperta Dea,
170Cui Cecrope innalzò templi ed altari,
La qual dovendo su la cima Idea
Gareggiar di beltà, giudice Pari,
Sotto a la sferza ignivoma correa
(Bella semplicità!) de’ rai solari;
175Onde poi comparir nel gran litigio
Vermiglia e rubiconda innanzi al Frigio.
In così dir la vaga Jole osservo,
Che al leggiadro de’ nei costume intende,
Forse a celar quell’invido e protervo
180Bitorzolino, che la gota offende.
E già dal bruno immacolato acervo
Senza nulla indugiar varj ne prende:
Col vetro si consiglia, e per capriccio
Ne attacca un su la fronte, un sotto al riccio.