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     Ma già comincia a torreggiar il crine,
90E Jole su lo specchio il guardo aguzza:
Compiesi l’edifizio, e tutta alfine
Per intimo piacer si ringalluzza.
Indi quelle manuccie alabastrine
Di cristallino umor l’ancella spruzza;
95E su le dita de la casta Ninfa
La profumata sgorga innocua linfa.

     Quinci con molle spugna o pannolino
L’intatta neve del bel viso terge,
Come far suole candido armellino,
100Che a biancheggiar vie più nel rio s’immerge.
Poi di belletto acconcio e soprafino,
Quanto il vetro desia, le gote asperge;
E per lucido albore in trita polve
Le perle Comogotiche dissolve.

     105Se in lor tanta scopria virtù novella,
Che le seguaci età rinvenner dopo,
La regnatrice incestuosa e bella
Del Fario sen, de l’Amicleo Canopo,
Avrebbe un tempo risparmiata quella
110Meravigliosa perla a simil uopo;
Di comparir fra le vivande paga
Quanto fastosa men tanto più vaga.