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     65Spesso Dorindo a la gentil cognata
Un libriccin fra le guantiere appresta,
Onde furtiva donile un’occhiata,
Mentre le acconcia il parrucchier la testa:
Ma Jole bruscamente o l’accommiata,
70O a incartocciare le manteche ei resta;
Nè l’infingarda coltivar procura
Quell’acre ingegno, che le diè natura.

     E mal ciarla talun per lo contrario
Il qual fra i maschi e fra le donne tutte
75Vuol che passi in acume un gran divario;
Poichè, se fosser ne lo studio istrutte,
In qual siasi esercizio letterario
Manderiano i dottori a Calicutte;
E il Portico e la Stoa vedovi quasi
80Diventerebbon floridi ginnasi.

     Ogni filosofante ogni cantore,
Che dal vulgo fanatico si appella
De l’Accademia e del Liceo splendore,
Reggere non potrebbe a tal coppella.
85Qual poeta di Pindaro maggiore?
Eppur lo vinse tenera donzella:
Corinna il vinse, e l’invido Tebano
Per ben tre volte provocolla in vano.