Monarca offeso, o consiglier placato
Al caro si mostrasse instabil Giuda?
Ed io per torli al periglioso calle,
Deh come in accoppiar due grandi estremi, 560Lor dissi, di natura emulo il caso
Andar suole talor! Figliò nel Quito
Grossa ignoranza quell’error più grosso,
E de la terra fu pur là, che Franchi
Misuraro Argonauti il dubbio grado, 565Bella d’umano ingegno opra! acquistando
Più nobil fede a quel, che pria recaro
Dal freddo polo altri Argonauti annunzio
Con lo schiacciato in man globo tornati:
E l’Angla di Neutono ombra volava 570Con piacer nuovo a le gran vele intorno
Che andar vedea d’un suo trionfo altere.
Qual v’ebbe mai clima più sconcio e infame
Per aere crasso e per sinistro influsso
Del Beotico cielo? e pur la dotta 575Grecia in que’ monti, tra que’ boschi e stagni,
Non sotto il puro Attico ciel felice,
Pose d’ogni bell’arte il tempio, e tutta
La corte amò favoleggiar d’Apollo.
Ecco il vento, ecco il vento: alto i Nocchieri 580Gridano a prova; ed io da lui partendo,
Vivi, dicea, cortese alma, felice,
E tua fede ospital compensi il Cielo.