Che d’ambo i campi rimanean già pochi;
E sorger ecco i guerrier morti a un tratto, 450E rovinar l’un contra l’altro, e ancora
Mescer le redivive armi, e una morte,
Di notte ancor, dare o incontrar seconda.
Tal la corrotta tabe, e il sangue negro
De’ corpi, onde fu pria gravato il campo, 455Bruttò quell’aure, che lor grembo pieno
Han sempre de i vapor del padre Tebro.
Nè t’increbbe, almo Sole, nè t’increbbe
Il diro uffizio, o pia del Sol Germana?
Quale è l’orecchio, a cui non sia mai giunta 460L’aerea danza di quei Dei campestri
Entro le valli Mauritane? ignudi,
O di nebride cinti, e armonizzando
Con tenor boschereccio alzan lor salti
Al primo quei pastor sole e all’estremo; 465E se il canto ed il suon tra i Dei campestri
Par s’oda, è la fanciulla Eco che il duolo,
Quel primo duol con l’innocente gioco,
Duol crudo o scemar tenta, o fargli inganno.
E quando il vecchio Imperator Latino 470Vide nell’acque di quel bagno amaro
L’ombra, che il minacciò col brando in alto?
E quando Mario a l’Aniene in riva
Levar da i rotti marmi il morto capo
Vide l’agricoltor? con tai parole