Vieni al cadente Re? diss’ei, Tontormo
Duce di molte lancie è il Sir possente
Dell’ondosa Sardronio: egli mia figlia,
Oinamora gentil, candida il seno,
Vide, l’amò, sposa la chiese; ad esso
Io la niegai, che nimistade antica
Divise i nostri padri: ei venne armato
A Furfedo, pugnammo, i miei seguaci
Fur vinti e spersi: a che, d’eroi germoglio
Vieni al cadente Re? Non venni, io dissi,
Come fanciullo a risguardar: Fingallo
Ben rammenta Malorco, e la sua sala
Amica agli stranier; spesso l’accolse
L’alpestre isola tua stanco dall’onde;
Nè tu con esso un’odiosa nube
Fosti d’orgoglio; di conviti e canti
Parco non fosti ad onorarlo: io quindi
Alzerò il brando in tua difesa, e forse
Chi ti persegue si dorrà: gli amici
Benchè lontani ai nostri cor son presso.
Verace sangue di Tremmor, riprese
I detti tuoi fono al mio cor qual fora
La voce di Crulloda, il poderoso
Del cielo abitator, quand’ei favella
Da una squarciata nube ai figli suoi.
Molti allegrarsi al mio convito, e tutti
Obbliaro Malorco, io volsi il guardo