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Di torrente inamabile rimbombo
Sono i canti ch’io verso, essi dan suono
Qual della dolce musica di Luta
È il gradito bisbiglio. O Luta amica
Di molte corde, taciturne e triste
Già non son le tue rupi allor che leve
Di malvina la man scorre fu l’arpa.
Luce de’ nubilosi miei pensieri
Che attraversano l’anima dolente,
D’Ossian il canto udir t’è grato? Ascolta
O figlia di Toscar, d’Ossian il canto
I già trascorsi dì richiama e arresta.
Fu nei giorni del Re, quand’era il crine
Tinto di giovinezza, allor ch’io volto
Tenni lo sguardo a Concallin gentile
Per l’onde dell’oceano; era il mio corso
Ver l’isola di Furfedo, boscosa
De’ mari abitatrice. Avea Fingallo
Commesso a me che colle navi aita
Arrecassi a Malorco: il Re d’acerba
Guerra era cinto, e ad ospital convito
S’eran più volte i nostri padri accolti.
Legai le vele in Coicolo, e a Malorco
Mandai la spada: d’Albione il segno
Tosto ei conobbe, e s’allegrò; dall’alta
Sala sen venne, e per la man mi prese
Con trista gioia: a che, stirpe d’eroi,