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Le Grazie i Giochi faccian cerchio insieme
Le man giugnendo, e in liete danze e in vaghi
Error movano a tondo. Alta e superba
Grandeggi la giustizia, e fotto al piede
Il colpevole prema invan fremente,
E contro lei rivolto invan coi torvi
Sguardi sanguigni, e con la spuma al labbro,
Roma da fianco gli s’affida in atto
Pien d’allegrezza, e Mantova da lunge
Col dito, e quasi ringraziando accenni.
Abbia ella scettro in man, abbia su’l crine
Aureo diadema, intorno a cui s’aggiri
Con l’alloro intrecciato il verde ulivo.
Da lato spunti, e verso lui si mova,
Con fior diversi, e con incensi, e bende
L’alma religion cinta d’un manto
Candido tutto, è di modesto velo
Ombrata il volto, ma da cui trapeli
La bellezza divina, e il vivo foco
Degli occhi ardenti. In giusto spazio alloga
Sì che a lontan tra l’una e l’altra appaja
Sovra l’urna inclinato il Tebro amico
Cinto di canne il crin, largo versando
D’onde spumanti al suol tesoro, e molta
Tela irrorando de lo spruzzo acquoso.
Da l’alta parte faccian coro insieme
Con l’arti e con gli studj i chiari ingegni
Che qui sì bella soglion far corona,