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L’Etiope al bruno, ed a la barba ii Greco;
Nè men distingui ai molli vezzi il Gallo,
Nè men l’Inglese al taciturno aspetto,
E col Batavo a moversi pesante
L’Ispano agli atti ed all’andar superbo.
Odi le varie lingue, ammira i tanti
Frutti e lavor, che ad ornamento a onore
Del bel soggiorno ognun mi reca a gara.
Altri di paravento indico carco,
Di cinese magot altri fa mostra,
E chi perso soffà, chi giapponese
Candida come latte o a color mille
Tazza dipinta, entro di cui mi versa
Di Pecchinese tè caldo ristoro.
Qual de le fave di Caracca, e delle
Di Brasil canne, e di Ceilano esprime
Tre sostanze salubri, a cui sposando
La bellicosa il Messican vainiglia
Per non vulgari stomachi febei
Balsamo e vita ogni mattina appressi.
E non ti par tra tante genti accolto
D’esser qui fatto cittadin del mondo?
Chi l’Adriane ville, e chi rammenti
Di Neron gli orti, e di Lucullo il vasto
Sdegnoso lusso, iniqua spoglia e peso
Di popol tanti, e a lui medesimo ingombro?
Io di poco m’appago, io l’util amo