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Or torri eccelse, ed or marmorei alberghi,
Or di mura ricinte ampie cittadi:
La gonfia il mar l’ondoso grembo, e increspa
Le spumose de’ flutti argentee cime,
Qui verdeggia la riva, e a poco a poco
Per su la schiena del colle imminente
Cresce in virgulti, in alberi, e fa bosco;
Ove intravedi tra le frondi e l’ombra
Errar pascendo le panciute vacche,
E il pastorel sotto l’ombrose frondi
Intrecciar danze, ed animar sampogne.
Qual già Cadmo stupì, quando un’armata
Dai seminati al suol viperei denti
Vide assediarlo intorno, e pria le punte
Spuntar de l’aste dal terren, poi gli elmi
Con le creste agitabili, poi ciuffi
Arruffati, indi fronti, indi visaggi
Torvi apparir, che traean seco unite
Le riquadrate spalle, i ferrei petti,
E via via tutto il corpo, ecco ad un punto
Fermo su piè, le lance in resta, ei vede
Un esercito a fronte, un popol starsi;
Tal vedresti apparir di que’ minuti
Ben sparsi quadri le sembianze vive
D’uomini, d’animai, d’erbe, di piante,
Da far che al secol nostro invidia porti
L’antica etade, e che non vantin sole