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Crescea, pieno di mente, alle dimore
Riparatrici della patria afflitta.
Qual chi, l’esterior curando poco
D’una conca Eritrea, chiuso ricerca
Il raro parto nell’argenteo seno,
Tu pur ricerca in lui l’aureo costume,
Cerca il cor generoso. Ivi sedersi,
Come in vivente, inviolabil’ara,
Religion vedrai, che per man stringe
Della Patria l’amor. D’ambo egli tolse
Le rette fogge, e le più certe apprese
Arti di governar. Quanta ancor resta
Rimembranza di lui, quanto desio
Fra i popoli commessi? In lui non sorde
Al supplicar de’ rei fur l’ire ultrici,
Provvide nel punir. Godea pietate,
Quanto convien, temprarle, e fea sovente
Succeder delle pene al tristo orrore
Ne’ dolci aspetti lor grazia, e perdono.
Narra, qual copia di Nestorea lingua
Sciogliea nelle tacenti arcane fedi,
Giudice affiso l’immortal Senato.
Era a i tranquilli giorni, era a i turbati
Alle pubbliche cose il suo consiglio
Luce fedel, come in dubbiosa notte
All’errante nocchiero aerea torre,
Che da lunge splendendo il porto insegna.