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     Sparse le tempie del sopor di Lerte,
Posi fin a’ sospir e fine al pianto,
Se non furon del pianger l’ore liete
Ne varcai l’ore del dormir in canto,
Pareami contemplar le più secrete
Sponde del fiume alle mura di Manto,
E fra me dir: avventurosa terra,
Che regge saggio Duca, e’l laco serra.

     Quando di mezzo l’onde a porre ’l piede
Vidi e ’l Mintio venir sul margo asciutto,
Il vecchio Mintio cui nel fronte or siede
Di letizia cangiato amaro lutto:
Va sospirando, e sospirando riede
Su’l margo estremo a lagrimar condutto
Su ’l margo estremo in la fiorita riva
De gli occhi fa due fonti d’acqua viva.

     E mentr’ora le stelle, or l’alma madre
Or l’alte mura a dirimpetto guarda;
Par ch’ei guardi le mura, e le leggiadre
Stelle del suo sospir incenda e arda,
Dell’acque divenute fosche, ed adre
Rivolge il viso, e me coll’occhio tarda:
Alfin suo sguardo sol più non si move
E ’l piè, che già mutar volevo altrove.