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IL VERO

POEMETTO

DELL’ABATE

CARLO INNOCENZO FRUGONI



Muse, figlie di Giove, ancor la fonte,
Che con l’onda volubile dei versi
Va ricca di splendor, fervida d’estro,
Tutta a me s’apre, e tutta ancora il petto,
Vostra mercè, celesti Dee, m’inonda;
E benchè già sul non curvato tergo
Mi segga il grave sessagesim’anno,
Ancor Poeta sono, ed ancor destra
Spirar mi sento in sen l’aura d’Apollo,
Che seco porta su robuste penne
La creatrice Fantasia, dovunque
Cagion de’ voli suoi degna la chiami,
E certo, se giammai con qualche nome,
Più ch’altri illustre, ed onorato in terra
Con glorioso ardir spiegai le piume
Cigno felice per l’Ausonio cielo;
Or’è, Pierie Dive, or’è, faconde
Trionfatrici del nemico obblio,