Di salsiccia gravosse il Vicentino
E prese il Vinizian buzzolai forti;
Due marzolini scelse il Fiorentino
Che avrian potuto suscitar i morti;
Il Carpiggiano di mostarda un tino;
Mele cotte il Felsineo di più sorti,
Torone il Cremonese, e il Bergamasco
Confetti, e gli nascose entro d’un fiasco.
E già del Cucagnesco amato regno
Sciolta la fune (perchè star non lece)
Per le salse onde discorreva il legno,
Unto ben d’altro, che di raggia, e pece;
Tratte all’odor venian senza ritegno
Le scaltre Ninfe a sette, ad otto, a diece:
E il gran padre Ocean, che stava in letto,
Senza porsi i calzon, corse in farsetto.
Bello a veder tutti i marini Dei
Guizzar d’attorno, e gir lambendo i lati!
Non mai che io mi ricordi a’ giorni miei
(Disse Nettun ) passò per questi stati
Sì ricca nave; e pur da’ Nabatei,
Dagli Arabi, dagli Indi colorati,
Dal Perso, dal Sabeo, dal Garamanta
Ne vengono ogni di più di millanta.