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Per man diretto dal fatal disegno
Dolce stendendo armonizzate tinte
Mille forme animare, e mille idee.
O te beata, deh perdona all’estro
Che alla patria mi volge, e te m’addita,
Figlia dall’occhio nero, a cui d’intorno
Si aggiran liete, e liberali in atto
L’arti gentili, e a piena mano in grembo
I vezzi proprij, e la natìa beltate
Ti versan tutta, onde a’ femminei studj
Dell’ago aracneo, o del volubil fuso
L’opre intrecci del morbido pastello,
E i fiori di un giardin, di un rivo l’onde,
Di una pianta dipingi i freschi rami
Ad emular la Veneta Rosalba,
Che in nuovi modi ingentilìo quest’arte
Di pelsina armato refrangendo stringo
Il bianco raggio a dimostrar l’eletta
De’ suoi sette color prole novella,
E intendo come ad essi soli è dato
Di varie tinte co’ riflessi varii
Tinger il vario delle cose aspetto,
Così, qualora all’adirato nume
La lieta di Taumante amabil figlia
Iride bella il mansueto volto
Di cara annunziator letizia mostra,
Donde le viene venustà sì bella?