Della bella del ver filosofia
Che dall’antica di Cambridge Stoa
Con calcolante analisi svelasti
Alla senile, ignota avita scuola
La dominante di natura legge,
Che le centrali colle impresse forze
Degli erranti pianeti intorno ai fissi
In regolata proporzion temprando
Tiene isolati, ed inconcussi i mondi
Rotanti in lor girevole concento;
Tu della luce, che le ignote vie
Con piè maestro misurando hai corse
Stampando orme di numeri segnate:
Tu mi guida per gli ottici sentieri,
Ond’io tratteggi coi color di Pindo
I vari modi, onde la bianca luce
Si dirige, trasforma, e si colora.
Dalla centro-solar massa infocata
Rapidamente i rettilinei raggi
A illuminare la mondana sfera
Muovono divergenti; innanzi ad essi
Fugge l’umida notte, e il negro velo
Seco trascina a ottenebrar l’opposta
Emisferica faccia della terra.
Al primiero arrivar dei precorrenti
Raggi, ministri di sbiadata luce
Dell’allegro mattin foriera amica