Pagina:Poemetti italiani, vol. X.djvu/230

226

     O nuova, o cara, o bella, anzi sorgente
D’ogni vaghezza, e della man di Dio
Opra prima perfetta, immagin vera
Dell’essenza purissima divina,
Presta, vivace, indefettibil Luce,
Io ti saluto, ti vagheggio, e ammiro!
     Tu lo tramesso smisurato spazio
Con rapida incredibile prestezza
Scorrendo, annodi co’ celesti lumi
E’l nostro globo armonico commercio;
Tu nel profondo de’ nostr’occhi apporti
Con certa legge, e impronti le compiute
E variotinte delle cose forme,
Per te la selva, per te ’l prato veste
Sua verde gioventù, per te la biada
Spica s’inaura, e l’umidosa vite
Arrubina i suoi parti, o gl’imbiondisce.
     L’origin prima, e la primiera al mondo
Apparizion della visibil luce
Ricercano i miei carmi; allor che pria
L’inerte, tenebroso eter stagnante
Dal soffio creator sentì l’impulso,
Che con l’azion del propagato moto
Rapidissimamente a vibrar spinse.
Ma il rapido primier lucido instante
L’antica avria seguito eterna notte
Pel moto alfin dal reagir cessante,