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Cruccioso egli cantò, quindi si tacque,
Curvaro allora mesti mesti i fiori
Il vago capo, si turbaron l'acque
Del fiumicello, i cristallini umori
La fontana gelò, l'aura fragrante
Percosse sdegnosetta, e fiori, e piante.
Dall'alto Olimpo macerbato il cuore,
Torbido il ciglio, e il biondo crine incolto,
Privo del serto, e del natìo splendore,
Fra spirante, nebuloso in volto
Delio ascoltollo, e rintonando l'Etra
D'invide strida, al suol gittò la cetra.
Alfin Morfeo con l'obliosa fronda
Partissi a volo, e allora sol vid'io
Pascer l'agnelle sull'erbosa sponda.
Narra il Sogno a Ceroni o Tirsi mio,
E di' che questa volta il mio pensiero
Pingendo il finto ha disvelato il vero.