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IL SOGNO


POEMETTO


di


GIANNINA BEVILACQUA


livornese


     Stanca, o Tirsi, di tesser le fiscelle
Mentre ansiosi rapiano il verde al prato
I neri Capri, e le mie bianche Agnelle,
Il taciturno, lusinghiero alato
Nume invocai, e presso a un fresco rio
I lumi chiusi in un gradito oblio.

     Esser mi parve sotto un Pino ombroso
In una vario-amena collinetta;
Alla calma, al piacere, ed al riposo
M’invitavano i fonti, i fior, l’auretta,
E udir pareami fra le spesse piante
Il tintinnio d’un’arpa tremolante.