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     La preme allor colle ginocchia entrambe,
Nè cede un passo e presa ivi la tiene.
Come a pioppo talor che l’onda lambe
Sul fusto abbarbicata edra s’attiene,
Tal si vedean per le torose gambe
I tesi nervi e le forzate vene.
Scuotesi e sotto al valido legame
Sona all’impeto fier l’arido ossame.

     Cedi, o Morte, la Donna e il passo sgombra,
Disse allor minacciando il vincitore.
Vincesti (ella gridò, di tema ingombra)
Vincesti; e chi resiste al tuo valore?
Lasciolla Alcide e per la torbid’ombra
Fuggì quella a celare il suo rossore.
Per le porte dei Sogni Ercole e Alceste
Escon da quelle piagge atre e funeste.

     Ed ai Laghi d’Epiro, al cupo Aorno
Trovansi e alla Tessaglia deliziosa
L’alto Eroe si condusse al nuovo giorno,
Ove al vedovo Re rese la sposa.
Alme, cui sorridendo Imene intorno
Un laccio appresta di color di rosa;
Di un affetto sincer giunte alla meta,
Pari amor vi desio, sorte più lieta.