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     Stupì d’Alcmena il figlio e disse: O tanto
Dal tuo sposo adorata e pianta invano,
Io per te sola alla region del pianto
Oggi discesi e all’Erèbo inumano.
Seguimi e in me t’affida; e dimmi intanto
Se altro varco men aspro, o men lontano
Condurci possa dall’inferna mole
Ambi su in terra a rivedere il sole.

     L’Ombra rispose allor: ben v’ha due porte
De’ Campi Stigi nella parte estrema,
Donde partono i Sogni, e con tai scorte
Salir si puote alla region suprema,
Ma come speri tu la dura Morte,
Al di cui solo aspetto ogni alma trema,
E che attenta di noi veglia custode,
Superar colla forza, o colla frode?

     Tu mi addita il sentiero, Ercol riprese,
Più pronto ed a me lascia ogni altra cura,
Che ci saranno invan le vie contese,
Se altro io non sono e non cambiai natura.
Così ambedue pel tacito paese
Givano tra ’l silenzio e la paura;
Ed all’eburnea porta eran già presso,
Onde i vani fantasmi hanno l’egresso.