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     65Per le floride piaggie, e nell’erbose
Rive dei chiari, e liquidi cristalli,
Al cantar delle Naiadi amorose,
Guidavan le Napee vezzosi balli:
Queste di gigli, e d’odorate rose,
70Quelle ornate di perle, e di coralli,
Ciprigna bella in mezzo lor si serra,
Che co’ begli occhi fa fiorir la terra.

     Sempre in lor compagnia star si vedea
Dei pastorelli una ridente schiera;
75Chi canta, chi contempla la sua Dea,
Chi fior le dona, e chi la chiama altera:
V’era Aci, e la fugace Galatea,
Che del crudel Ciclope si dispera.
V’era Mopso, e Tirrenia, e Tirsi, e Filli,
80e Titiro, e la sua dolce Amarilli.

     Se le forze amorose in piani, e monti
Eran possenti, e sviscerate a pieno;
E così nelle selve, e nelle fonti,
Fra Satirelli, e Ninfe albergo avieno:
85Per la città volar veloci, e pronti
I dardi suoi vedevansi non meno,
E trapassar de’ molli giovinetti,
E delle donne i delicati petti.