O vita pastoral dolce e sicura,
Ove del cor le doti intatte stanno,
Lungi delle superbe e ricche mura
Dal troppo folle e strepitoso inganno!
Qui non costretta i doni suoi natura
Porge migliori al variar dell’anno,
Nè il rozzo cibo è umil che l’uom ricrea
Render amaro puote invidia rea.
Contenti amate, o Tessali Pasturi,
Lo stato in cui, dal ciel posti, vivete
E la soave ognor de’ vostri cuori
Cara semplicità deh! difendete!
Più del latte, o dell’onda ai primi albori
Bella è innocenza e l’ore sue son liete,
Più d’acuto ginepro o d’irto pruno
Lunge il sospetto macero e digiuno.
O quanto ben tra l’utile lavoro
E i sacri carmi l’ore escon divise!
Apollo ama i pastori e l’opre loro
E queste valli, ove a seguir si mise
Dafne ritrosa che divenne alloro:
Povera Ninfa! il suo timor l’uccise:
Farla scorno ed oltraggio ei non volea,
Temè un consorte ed or sarebbe Dea.