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     Così dicendo, il virtuoso Greco
Con dolce forza a’ suoi ricetti il guida:
Mischian le destre sociali e seco
Nell’albergo ospital fa che si affida.
Ercole disse: or se tu vuoi che teco
Della dimora mia l’ore divida,
Giura, pria che al mio labbro il cibo accosti
Svelare a me come tradito fosti.

     Nè rabbia altrui, nè tradimento infame
Di una vita diletta (il Re rispose)
Troncar potèro il prezioso stame,
Ma il fato avverso delle umane cose!
Or con qual pro, per appagar tue brame,
T’aprirò del mio duol le fonti ascose?
Ma pur, se così vuoi, pria ti ristora,
Poi, tel giuro, saprai ciò che mi accuora.

     Mentre favella, al grande Alcide innante
Tutta si affretta la ministra gente;
Chi l’onda versa tiepida e fumante
In argenteo catin vasto e lucente,
Chi dell’Eroe le polverose piante
Esatto lava e asterge diligente;
Altri dell’arme orrenda il braccio sgrava,
E trasportano in duo l’immensa clava.