Seguono poscia in secol più felice
Sue grand’orme Keplero Ugens Neutono
E ragion nuova da’ lor scritti elice.
Della luce i misteri aperti sono
E l’alta legge de’ refratti raggi
Pongon alfin la veritade in trone.
Degli astri or seguitiam gli ampi viaggi,
Di ciascun misuriamo il vario moto,
Senza l’ire temer de’ falsi saggi.
E spaziando dell’immenso vuoto
Pe’ i vasti interminabili sentieri
Qual d’arcani scuopriam tesoro ignoto!
Talchè assorti in estatici pensieri
Del infinita sapienza eterna
Adoriamo gli altissimi misteri.
E come sciolta dalla scorza esterna
L’anima disiosa in un profondo
Religioso meditar s’interna.
Con qual rapidità s’aggira a tondo
E fermo intanto su i cardini suoi
Sembra posar, divin portento! il mondo.
Negò il grand’Agostin ne’ scritti suoi
Poichè l’alta città di Dio pingeva
Gli antipodi abitanti opposti a noi.
Quai sensi di piacer provar poteva
Così non limitando in spazio breve
I discendenti della credula Eva!