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     Allor la primavera somigliate
D’odorosa ghirlanda il crine adorno,
Coi stille mattutine hanno imperlate.
     Tal di ricche cittadi entro il soggiorno
Gli abbellimenti delle donne sono,
Tai n’ebbe Alpasia o Cleopatra un giorno.
     Di più semplici ornati a voi fe’ dono
Campestri ninfe la natura, e un cuore
Puro a voi diede e ai dolci affetti prono.
     Fan rose e gigli al vostro crine onore,
Di mammolette vi fregiate il seno,
Dal fragrar dolce, e dal gentil colore.
     Ma queste figlie son d’un ciel sereno
Passa non dura la stagion fiorita,
Ei bei giorni d’april sono un baleno;
     A ornarvi allora e chi vi porge aita?
Se non il Vetro che i sabei diamanti
Le bianche perle vagamente imita?
     Ed al cupido sguardo degli amanti
Non lascia invidiar gemme Eritrèe
E men vaghi non fa vostri sembianti.
     Anzi incanto maggior colà si bèe
Ov’è semplicità coll’innocenza
Che vostra miglior pompa esser pur dèe.
     Cosi poichè di gemma ha l’apparenza
Sovra tutta la terra il Vetro è in pregio
Per chiarezza, per grazia, ed avvenenza.