Indi il cervo ramoso, ed il leggiero
Daino fugace, e mille altri animanti, 99Qual mansueto, e qual ritroso e fiero.
Altri per valli e per campagne erranti,
Altri di tane abitator crudeli, 102Altri dell’uomo difensori e amanti.
E lor di macchia differente i peli
Tu di tua mano dipingesti, o Diva, 105Con quella mano, che dipinse i cieli.
Poi de’ color più vaghi, onde l’estiva
Stagion delle campagne orna l’aspetto, 108E de’ freschi ruscei smalta la riva,
L’ale spruzzasti al vagabondo insetto,
E le lubriche anella serpentine 111Del più caduco vermicciuol negletto.
Nè qui ponesti all’opra tua confine;
Ma vie più innanzi la mirabil traccia 114Stender ti piacque dell’idee divine.
Cinta adunque di calma e di bonaccia
Delle marine interminabil onde 117Lanciasti un guardo su l’azzurra faccia.
Penetrò nelle cupe acque profonde
Quel guardo, e con bollor grato Natura 120Intiepidille, e diventar feconde;
E tosto varj d’indole e figura
Guizzaro i pesci, e fin dall’ime arene 123Tutta increspar la liquida pianura;