Di sua vaghezza inutile parea
Lagnarsi il suolo; e con più bel desiro 72Sguardo e amor di viventi alme attendea.
Tu allor dipinta d’un sorriso, in giro
Dei quattro venti su le penne tese 75L’aura mandasti del divin Sopiro.
La terra in sen l’accolse, e la comprese,
E un dolce movimento, un brividio 78Serpeggiar per le viscere s’intese;
Onde un fremito diede, e concepio;
E il suol, che tutto già s’ingrossa, e figlia 81La brulicante superficie, aprio.
Dalle gravide glebe, oh maraviglia!
Fuori allor si lanciò scherzante e presta 84La vaga delle belve ampia famiglia.
Ecco dal suolo liberar la testa,
Scuoter le giubbe, e tutto uscir d’un salto 87Il biondo imperator della foresta:
Ecco la tigre, e il leopardo in alto
Spiccarsi fuora della rotta bica, 90E fuggir nelle selve a salto a salto:
Vedi sotto la zolla, che l’implica,
Divincolarsi il bue, che pigro e lento 93Isviluppa le gran membra a fatica:
Vedi pien di magnanimo ardimento
Sovra i piedi balzar ritto il destriero, 96E nitrendo sfidar nel corso il vento;